LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giorgio Mancinelli
Povero ’zio’ Oscar! - 2020

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
OSCAR 2020

Il trionfo di Parasite lascia poco spazio agli europei agli Oscar
Articolo di David González
10/02/2020 - '1917' spicca tra i pochi rappresentanti europei nel palmarès

Last night’s edition was a historic one for the Academy Awards. For the first time in the 92 years they have been organised, the Oscars awarded their Best Picture statuette to a film not in the English language, as the awards juggernaut 'Parasite', directed by South Korea’s Bong Joon-ho, received four of the six awards it had been vying for. The Oscars for Best Picture, Director, Original Screenplay and International Film put the cherry on top of a historic run that started last May with the win of the Palme d’Or at Cannes. This meant that Parasite’s main competitor, Sam Mendes’ UK-US co-production 1917, left the ceremony with three awards (Best Cinematography for Roger Deakins, Best Sound Mixing and Best Visual Effects).

Besides this, in the already very US-dominated acting categories, only one nominee who performed in a film with European backing managed to pocket an award: Renée Zellweger, for her role as Judy Garland in the biopic 'Judy', directed by Rupert Goold and co-produced by the UK. Despite the universal acclaim for Antonio Banderas for his work in Pedro Almodóvar’s 'Pain & Glory', the Spanish actor couldn’t quite pip Joaquin Phoenix to the post, and nor could the 'The Two Popes' duo, Jonathan Pryce and Anthony Hopkins.

Sadly, non-European titles outshone the films produced on this side of the Atlantic in the two categories boasting a higher number of the latter. The Oscar for Best International Film went to Bong Joon-ho’s 'Parasite', as widely expected, beating Pedro Almodóvar’s 'Pain & Glory', Ladj Ly’s 'Les Misérables', Jan Komasa’s 'Corpus Christi', and Tamara Kotevska and Ljubomir Stefanov’s 'Honeyland', while in the Best Documentary category, the award went to the US Netflix title American Factory, directed by Steven Bognar and Julia Reichert, which triumphed over Feras Fayyad’s 'The Cave', and Waad Al Khateab and Edward Watts’ 'For Sama', as well as Honeyland, also nominated in this category.

It's worth noting that in the video presenting the new Best International Film category, narrated by Penélope Cruz, who also introduced the award, several films from around the world were thrust into the spotlight, thus showing off the Hollywood Academy's willingness to embrace films from outside the English-speaking territories this year. In the words of Cruz, “Sometimes the answer could be hidden in a film that represents our global language of cinema.” When collecting the award, Bong Joon-ho declared, “I’m proud to be the first winner of this newly named category, and I applaud and support the direction that this change symbolises.” This is no doubt a thought that occurred to him again when he later went on to win the top gong of the evening.

In the Best Animated Film category, despite the promising prospects for 'Klaus', the Spanish-produced Netflix title directed by Sergio Pablos, after its multiple Annie wins (no fewer than seven, including Best Picture), the Academy voters opted for a more conventional winner, Pixar’s 'Toy Story 4', thus also leaving Jérémy Clapin’s Cannes Critics’ Week winner 'I Lost My Body' empty-handed.

As for the European talent that was nominated in other categories, only the music awards brought any good news. Elton John received the second Oscar for Best Original Song of his career, for “I’m Gonna Love Me Again“, the song he co-wrote and sang for his own biopic, Dexter Fletcher’s 'Rocketman', while Icelandic composer Hildur Guðnadóttir triumphed in the Best Original Score category with her work for Todd Phillips’ Joker, a US-only production. Other names such as Alexandre Desplat (who was nominated for his score for Greta Gerwig’s Little Women) and set decorator Nora Sopková (nominated for her work on the Czech Republic-based shoot for 'Taika Waititi’s Jojo Rabbit' - see the news) left the ceremony with nothing to show.

Lastly, there was only one European-produced short film that took home a statuette: the UK’s Learning to Skateboard in a Warzone (If You're a Girl), directed by Carol Dysinger, which triumphed in the Best Documentary (Short Subject) category.

Here is the list of winners:
Best Picture
Parasite - Bong Joon-ho (South Korea)
Best Director
Bong Joon Ho - Parasite

Best Actor
Joaquin Phoenix - Joker
Best Actress
Renee Zellweger - Judy (UK/USA)
Best Supporting Actor
Brad Pitt - Once Upon a Time in Hollywood
Best Supporting Actress
Laura Dern - Marriage Story
Best Adapted Screenplay
Taika Waititi - Jojo Rabbit (USA/New Zealand/Czech Republic)
Best Original Screenplay
Bong Joon Ho, Han Jin Won - Parasite
Best Animated Feature
Toy Story 4 – Josh Cooley
Best International Feature Film
Parasite – Bong Joon-ho
Best Documentary
American Factory - Steven Bognar, Julia Reichert
Best Cinematography
Roger Deakins - 1917 (UK/USA)
Best Costume Design
Jacqueline Durran - Little Women
Best Film Editing
Michael McCusker, Andrew Buckland - Ford v Ferrari
Best Makeup and Hairstyling
Kazu Hiro, Anne Morgan, Vivian Baker - Bombshell
Best Original Score
Hildur Guðnadóttir - Joker
Best Original Song
“I’m Gonna Love Me Again“ - Rocketman (UK/USA)
Best Production Design
Barbara Ling, Nancy Haigh - Once Upon a Time in Hollywood
Best Sound Editing
Donald Sylvester - Ford v Ferrari
Best Sound Mixing
Mark Taylor, Stuart Wilson - 1917
Best Visual Effects
Guillaume Rocheron, Greg Butler, Dominic Tuohy - 1917
Best Short Film (Live Action)
The Neighbors’ Window - Marshall Curry
Best Short Film (Animated)
Hair Love - Matthew A Cherry, Everett Downing Jr, Bruce W Smith
Best Documentary (Short Subject)
Learning to Skateboard in a Warzone (If You're a Girl) - Carol Dysinger (UK)




SUNDANCE 2020 Concorso World Cinema Dramatic

Massoud Bakhshi • Regista di Yalda, a Night for Forgiveness
"Il mondo è diviso tra una ricca minoranza che vuole tutto e una maggioranza che non ha nulla"

Articolo di Fabien Lemercier
10/02/2020 - Il regista iraniano Massoud Bakhshi parla di Yalda, a Night for Forgiveness, una produzione maggioritaria europea incoronata al Sundance e in viaggio verso la Berlinale.

Rivelatosi alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2012 con A Respectable Family [+], l'iraniano Massoud Bakhshi ha messo a segno un bel colpo al 36° Festival di Sundance dove Yalda, a Night for 'Forgiveness', suo secondo lungometraggio, si è aggiudicato il Gran Premio della giuria del concorso World Cinema Dramatic. Venduto da Pyramide e guidato in produzione dai francesi della JBA con Germania, Svizzera, Lussemburgo, Iran e Libano, il film sarà proiettato nella sezione Generation della 70ma Berlinale (dal 20 febbraio al 1° marzo).

Cineuropa: Da dove viene l'idea di Yalda, a Night for Forgiveness? Quanto è stato ispirato dalla realtà?
Massoud Bakhshi: L'idea originale del film è nata da film documentari sulle donne condannate per l'omicidio dei loro mariti. Vengo dal cinema documentario e questi film mi hanno davvero toccato. Il realismo sociale è molto presente nel cinema iraniano. Mentre scrivevo e riscrivevo la sceneggiatura, ho parlato con molti avvocati ed esperti e ho imparato molto sulla legge e sulla situazione di queste donne.

Perché il tema del perdono e della vendetta la interessava così tanto? Come ha voluto affrontarlo?
Questo è un tema abbastanza comune nella società iraniana. Gli omicidi e i delitti passionali avvengono soprattutto nelle classi sociali svantaggiate e spesso i condannati cercano di ottenere il perdono dalle famiglie delle vittime. Ma non possono permettersi il prezzo del sangue, ossia i soldi che la persona condannata deve pagare alla famiglia della vittima in caso di perdono. Di conseguenza, l'elite della società, le ONG, gli attivisti, nonché i giornalisti, le star del cinema e i campioni dello sport cercano questo denaro dai loro benefattori, al fine di promuovere la cultura del perdono. E anche per il sistema giudiziario è importante ridurre il tasso di esecuzioni.

La questione della differenza di classi sociali tra i due protagonisti emerge durante il film. Perché ha voluto esplorare anche questo tema?
Questo problema è molto importante e comune nell'attuale società iraniana, è anche un tema universale nel nostro mondo. Penso che il mondo sia diviso tra una ricca minoranza che vuole tutto e una maggioranza che non ha nulla, che è infuriata e che cerca giustizia e pari diritti. Viviamo in un mondo in cui un danese può viaggiare in oltre 100 paesi senza la necessità di un visto, mentre un afghano o un iracheno possono recarsi in soli tre o quattro paesi con il loro passaporto.

Come ha gestito il registro altamente emotivo del soggetto e il ritmo del film?
Ho lavorato alla sceneggiatura per più di quattro anni. E con le attrici, abbiamo provato molti avvenimenti del passato dei protagonisti, di backstory, in modo che incarnassero al meglio ogni personaggio.

Quali erano le sue intenzioni principali in termini di messa in scena e di lavoro sulla fotografia e sul suono?
Sapevo che era difficile realizzare un huis clos senza mantenere un'armonia di ritmo e di messa in scena. Nella sceneggiatura ho suddiviso le scene dello show e del backstage, e sapevo che dovevo girarle con due stili diversi. Lo show è troppo luminoso e colorato, il backstage è scuro con colori opachi e smorti; e abbiamo parlato con il direttore della fotografia per trovare le luci e i movimenti appropriati. Abbiamo anche girato il reportage televisivo prima delle riprese principali, è stata una preparazione efficace per l'attrice principale e la squadra.

Come è stato il processo di finanziamento del film?
Molto lungo e complicato. Dato il divieto del mio primo film nel mio paese, era impossibile trovare finanziamenti in Iran, e in Europa non è facile trovare finanziamenti per un film in lingua straniera con un cast e una squadra per lo più iraniani, destinato oltretutto a essere girato solo in Iran perché non esiste un accordo di coproduzione con questo paese. I miei produttori hanno impiegato due anni per trovare i partner e i finanziamenti necessari per questo film.

In collaborazione con CINEUROPA NEWS

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.